In difesa della sperimentazione animale: la banalità del male

È passato un anno da quando una mia lettera in risposta alla provocazione di Caterina Simonsen, paziente affetta da una patologia rara che aveva sostenuto – senza alcuna cognizione di causa ed evidenza scientifica – l’utilità della sperimentazione sugli animale per lei e i casi come i suoi, ha creato un tale clamore e dibattito da garantirmi – parallelamente al sostegno generalizzato dei lettori e delle associazioni  – una “prestigiosa citazione” in alcuni blog di gruppi favorevoli alla sperimentazione sugli animali.

La mia lettera può essere letta qui.

Vorrei iniziare il nuovo anno con la schiettezza e l’onestà intellettuale che mi hanno sempre contraddistinto, rivolgendo alcuni pensieri ai difensori della ricerca scientifica con l’uso di animali-cavia.

Tra i tanti blog, dove le parole scorrono a vanvera e l’educazione è un optional, figura il sito “In Difesa della Sperimentazione Animale – Resistenza Razionale” che mi ha dedicato un’intera pagina commentata e citata da un altro esempio di quanto internet possa dar voce proprio a tutti: “La Voce Idealista”.

Le intestazioni e il contenuto dei due blog si commentano da soli, ma la forzata e non richiesta citazione del mio nome all’interno dei due salottini del bon ton merita una risposta diretta.

Innanzitutto, vorrei partire dall’epistemologia (ovvero a quali condizioni si può ottenere conoscenza scientifica e del metodo con una “Resistenza Razionale” o una “Voce Idealista”?). Non c’è bisogno di sottolineare che un gruppo di persone che discutono di scienza (o almeno dovrebbero) e che invocano resistenza o idealismi stanno, in realtà, adottando tipiche strategie da tifo da stadio e da patriottismo totalitario, un mix che andrebbe bene (e non troppo, direi) se stessimo parlando di curva nord o curva sud, di socialismo o fascismo, ma non certo di scienze biomediche.

Parafrasando Hannah Arend ne “La banalità del male”: il guaio è che uomini come loro ce ne sono tanti e che questi tanti non sono né perversi né sadici, bensì sono terribilmente normali.

Sul sito “In difesa della sperimentazione animale” viene citata la mia lettera e in maniera diffamatoria si dice che ho augurato alla paziente di morire solo per aver contestato la sua strenua e, altresì, ingenua (quanto sospettosamente strumentale) “difesa della sperimentazione animale”. Tant’è che proprio la Simonsen ha pubblicato una “perla letteraria” a fine 2014, prontamente sostenuta dal solito giornalista opportunista di turno (in questo caso Massimo Gramellini della Stampa – che ritenevo, sbagliandomi probabilmente, persona più critica e non banale) che invita a “guardare la vita con gli occhi di Caterina”, a caratteri cubitali sulla fascetta rossa del capolavoro edito da Piemme.

Tornando al dunque, il blog prova a sostenere la sua “difesa razionale” della sperimentazione animale, ma finisce nel pressappochismo e nella demagogia. Scrive diffamando: «speriamo Caterina non lo legga [la mia lettera] o potrebbe quasi convincersi a suicidarsi in favore di ratti e cavie».

Alla mia richiesta di rimozione di queste diffamazioni, riguardo pensieri che chiunque legga la mia lettera riscontra totalmente infondate, ho ricevuto soltanto silenzi ed e-mail minatorie.

Tra le tante, mi diverte citare quella di un certo Alessandro Demontis (autore del bestseller-mistero-misterioso “Il Fenomeno Nibiru”) che, “sentendosi obbligato a dire la sua in qualità di Chimico”, mi ha scritto: «Roberto, vedo che non hai ancora cancellato la parte del Talidomide come ti avevo chiesto per email. A questo punto mi vedo costretto a scrivere qui in pubblico. Se cancellerai il mio commento ti dedicherò una pagina nel mio sito».

Al simpatico affezionato lettore mi son sentito in dovere di rispondere quanto segue: «Sig. Demontis, ma non dica baggianate. Si sente di dover dire la sua in qualità di Chimico? Lei non è affatto un chimico! È un perito chimico – (un diplomato) che è cosa ben diversa – che ha frequentato l’ITIS di Sassari, una scuola media superiore d’indirizzo industriale. Lavora per una multinazionale chimica e petrolifera (e questo già dice tutto). E per questo si definisce Chimico e si permette di blaterare parole in libertà (allora chi si diploma alla scuola media superiore con indirizzo biologico è un biologo? Io ci ho messo altri 10 anni di studio, tra laurea, master e Ph.D. prima di permettermi, con umiltà e senza la presunzione che ha lei, di dire la mia nel mio campo). E lei si permette di darmi del tu, di dirmi “non hai ancora cancellato”? Ma per favore. Vedo che in lei l’unico aspetto elevato non è la sua preparazione da scuola media, ma la sua superbia e arroganza […]».

A quanto pare lo stesso sig. Demontis, millantato chimico nonché esperto di “esoterismo, occultismo, ritualistica magica, con particolare attenzione verso il sistema enochiano, ed è stato satanista per 12 anni” stando alla sua pagina su (udite udite) Ufopedia.it, è colui che nella stessa pagina del blog a me dedicato ha commentato con lo pseudonimo alessandro (@alessandrodemo4) (che rimanda al suo sito personale sulle tecnologie ambientali, pieno di esilaranti spunti di riflessione) definendomi, dall’alto dei suoi studi, “incompetente e in malafede”.

Per meglio comprendere l’attendibilità scientifica di simili personaggi “a favore della sperimentazione animale” vi invito a guardare il video di una pseudo-conferenza in cui l’Ill.mo sig. (non dott.) Demontis illustra le sue teorie sull’origine dell’universo e dell’uomo (anzi con parole sue “sulla creazione del sistema solare e dell’uomo”)!

Ma non sono mancati commenti di altrettanta banale mediocrità (come quello “attendibile” del tristemente a me noto odontotecnico-cacciatore, nonché forbito italianista Rocco Magistro [che si dispiace di esser stato mio concittadino, ma non sa quanto i suoi concittadini si dispiacciano di lui] o della matricola-opinionista da social network in ingegneria biomedica, tale Andrea Maffione). Ci sono state anche lettere apparentemente più cordiali che sono, però, poi sfociate nella solita “voce idealista”. Un certo Leonardo Murgiano mi invitava a consegnare a sua santità (ovvero, se stesso) un chiarimento personale in merito alle mie idee, con le seguenti affabili parole: «A Cazzolla, sto ancora aspettando una risposta seria».

Non ho potuto resistere molto: «Signor Murgiano, mi ero ripromesso di non rispondere alle sue e-mail presuntuose e saccenti, scritte per altro in una lingua che non risponde alle regole della grammatica italiana. Ad ogni modo ho letto le sue ridicole affermazioni nei miei confronti, che le riporto integralmente: “Infine trovo risibile che venga citato come fonte attendibile Cazzolla Gatti, personaggio che si è espresso riguardo al caso Simonsen con un blogpost assolutamente esilarante! In cui si cita la Talidomide come un esempio dei fallimenti della SA (è il contrario, basta sentire il parere delle vittime) e si dichiara che ‘i maggiori progressi scientifici mondiali sono avvenuti nei campi di concentramento, sulle cavie ebree e nei gulag voluti da Stalin’ (si, anche io stentavo a credere ai miei occhi la prima volta che l’ho letto) e così via. Ho scritto al Cazzolla Gatti per esprimere le mie numerose perplessità, ma la risposta non conteneva rimandi ad alcuna fonte attendibile e, arrendendomi, l’ho ignorato. Il nostro C.G. sembra allergico agli articoli scientifici. In tutti i sensi, dato che non credo, personalmente, che abbia un curriculum adatto a commentare alcunché. Oltretutto l’autore dell’articolo mi dovrebbe spiegare perché un esperto di ecologia teorica sia la fonte più adatta da consultare riguardo la SA. Forse perché è uno dei pochi scienziati contro? Ottimo cherry-picking delle fonti. Complimenti.

Inoltre, se quanto dichiarato dal Cazzolla fosse vero, cioè che «gli studenti hanno possibilità di fare obiezione di coscienza all’utilizzo di test su animali ma spesso sono osteggiati» sarebbe una faccenda un po’ grave. Spero che il Cazzolla abbia prove per supportare le sue affermazioni (anche se, a giudicare dalle sue precedenti dichiarazioni, non sembra che questo ‘addurre prove’ sia un concetto molto chiaro per lui)”.

Saprà bene [proseguivo io], nonostante le sue evidenti incertezze da madrelingua, che le parole “esilaranti”, “fonte attendibile”, “Il nostro C.G. sembra allergico agli articoli scientifici”, “non sembra che questo ‘addurre prove’ sia un concetto molto chiaro per lui”, etc. sono passibili di diffamazione e la invito pertanto a evitare ulteriori dichiarazioni in questo senso (che per altro vengono del tutto ignorate dagli organi di stampa), altrimenti mi sentirò costretto a sporgere denuncia nei suoi confronti.

La sua altezzosità è tale da credere di avere la risposta giusta per tutto. Mi scrive di essere un collega, ma lei è un biologo, un biotecnologo o altro? Da quanto mi risulta ha seguito un dottorato nel Dipartimento di Produzioni Animali (e questo già dice molto sul suo approccio al problema) all’Università della Tuscia. D’altronde mette in discussione la mia attendibilità in materia di sperimentazione animale, ma le vorrei sottolineare che il suo ruolo da Postdoc a Berna e le sue pubblicazioni [si vedano i suoi “utilissimi” studi su come provocare le cataratte a mucche o le miopatie a maiali geneticamente modificati e selezionati] non le consentono assolutamente di criticare chicchessia.

Poiché non ho tempo da perdere con lei, le sue invettive e i suoi amici che passano le loro giornate a riempire un sito di baggianate anti-animaliste, le rispondo con una riflessione simile a quella inviata a un suo ‘collega di stile’:

‘La sua mi sembra voglia di apparizione alla Paolini, con in più la presunzione e la saccenza di un opinionista di professione. Quello che proprio non si spiega è perché tutta questa rabbia e lotta da parte di chi sostiene la sperimentazione sugli animali. Si comprende che chi è contrario combatte affinché si arresti lo sfruttamento di esseri viventi che non possono difendersi e non hanno voce in capitolo contro l’arroganza e la presunzione umana, ma chi sostiene l’utilità degli esperimenti sugli animali perché si batte con le unghie e con i denti, con ferocia direi, per permettere che venga mantenuto lo stato delle cose, che si continuino ad ammazzare animali impropriamente e non mostra un benché minimo di apertura nei confronti dei metodi alternativi? Sa, lei si occupa di scienza (?), ma il problema è innanzitutto etico: non si fanno esperimenti sull’uomo così come si effettuano sugli altri animali semplicemente perché è ritenuto abominevole al giorno d’oggi. Eppure l’uomo è il modello sperimentale ideale per la ricerca biomedica delle patologie umane. Solo quando le persone che credono di avere la verità in tasca come lei e che insinuano, offendono, millantano credenziali, difendono un sistema che genera morte e dolore e nessuna cura reale per gli esseri umani, solo quando quelli come lei che si dimenano con tutte le loro forze nel tentativo di difendere qualcosa che non avrebbe alcun motivo di essere difesa se non la si sentisse minacciata per valide ragioni, solo quando l’uomo smetterà di illudersi di essere il fine ultimo della creazione, il senso della vita e di poter disporre della vita altrui a suo piacimento, sarà inconcepibile per un uomo nuovo che si uccida la vita per tentare di rallentare la morte.

Forse, tra qualche generazione quelli come lei saranno ricordati come gli pseudo-scienziati che nei campi di concentramento testavano terapie e farmaci, credendo che le loro cavie fossero insensibili esseri inferiori.

Intanto, se così si sente importante, continui a scrivere assurdità contro chi cerca con fatica, senza alcun interesse e con grandi difficoltà di evolvere l’etica umana verso la piena sensibilità nei confronti della vita. Magari, così, i suoi scritti, le sue comparsate e la sua pagina facebook finiranno nei cimeli del prossimo secolo con la dicitura “Oggetti appartenuti a uno degli pseudoscienziati che praticavano esperimenti sugli animali-non-umani. Risalenti al periodo post-nazismo-antropocentismo-scientismo, anno 2100 d.H (dopo Hitler)’.

La invito ad astenersi dal formulare nuove calunnie e frasi diffamatorie, altrimenti nel suo laboratorio di Berna dove torce il collo ai topi vedrà recapitarsi una denuncia dal tribunale italiano».

Forse qualcuno si starà chiedendo perché ho aspettato un anno per scrivere e rendere pubblico tutto ciò. O perché, ancora, tiro in ballo una questione dimenticata (se non fosse per un libro che riporta l’autrice e il suo cane faccia a faccia in copertina).

Semplicemente perché il miglior augurio che possa farmi per il nuovo anno è di non incrociare nuovamente la mia strada con persone e blogger come quelli sopra citati, ma soprattutto perché spero che il 2015 porti un po’ di “voce razionale” (crasi dei due assurdi e ridicoli nomi dei siti pro-sperimentazione) a emergere in un mare di parole pronunciate a caso da falsi esperti e mosse da burattinai che fanno del business non solo sulla pelle delle cavie degli esperimenti, ma anche sulla speranza di una vita migliore per chi sta male e che con la sperimentazione sui modelli animali potrà stare solo peggio. Qualunque cosa ne pensino periti chimici, opinionisti TV (si veda Cecchi Paone, pro- test sugli animali, nonché concorrente del culturale programma l’“Isola dei famosi” e battuto in giochi di cultura generale da bambini di 10 anni nel trasmissione “Genius” di Mike Bongiorno o il giornalista Luca Telese, che non merita nemmeno presentazioni) e biotecnologi, dottorandi e dottorati, idealisti o resistenti, ricercatori di Telemort e scienziati della sofferenza.

Su tutto, la speranza è che parlandone, sempre e non solo quando la D’Urso deve riempire il suo salotto in TV di nefandezze, si possa presto giungere a un salto scientifico e morale che dia tregua a milioni di creature dimenticate e doni una reale possibilità a migliaia di malati umani.

Roberto Cazzolla Gatti, Ph.D.

Biologo ambientale ed evolutivo

9 pensieri su “In difesa della sperimentazione animale: la banalità del male

  1. Anzitutto complimenti per l’articolo. Da collega biologa nonché studentessa in biotecnologie, impegnata nel campo delle metodologie alternative, posso dire che quello che mi sconvolge di più non è la pagina di per sé, o in genere le pagine o i siti pro s.a. (in internet c’è di tutto)… ma il fatto che molte persone del settore diano corda a 4 ragazzini invasati che hanno fatto della provocazione, della menzogna e dell’insulto i loro cavalli di battaglia. E’ molto facile ridurre il discorso complesso sperimentazione animale e metodologie alternative ad una questione ideologica-animalista mettendo a tacere il problema scientifico metodologico, che è quello di cui si dovrebbe parlare in un blog scientifico. Comunque consolati che sei in buona compagnia: due anni fa è toccato anche a me, di essere bannata, poi insultata e diffamata, per aver pubblicato una lista di articoli scientifici che mettevano in discussione i loro dogmi. Credo che i fatti parlino da se’…

  2. Cara Manuela,infatti davanti al confronto scientifico scappano e insultano tutti gli scienziati/ricercatori/medici/biologici che criticano il modello animale.
    La becera tattica adottata è quella di attaccare ad hominem,non essendo in assoluto capaci a confrontarsi sul lato scientifico.
    Sono miseri leoni e misere leonesse da tastiera.
    Non solo bannano -insultano – diffamano (lo schema comportamentale è sempre il medesimo,schema tipico dei peggiori bulli disadattati) chiunque riporti i sempre più studi e articoli che criticano in modo aspro la sperimentazione animale,ma non si presentano mai nei dibattiti e nei confronti reali.
    Possono solo limitarsi a sbattere le dita scompostamente sulla tastiera dei loro computer dandosi di gomito tra di loro beandosi della loro ignoranza, inciviltà e miseria umana.

  3. Premetto. Nonostante lo sembrerò, probabilmente, questo commento non vuole essere provocatorio.
    Sono un normalissimo utente di internet che sta cercando di capire da che parte è il giusto e da che parte è lo sbagliato. Scientificamente parlando.
    Ergo, seguo sia il vostro blog che quello da voi citato “in difesa della sa”.
    Questo articolo, non so, mi sembra che ti “bulli” tanto dei tuoi titoli, ma de facto non porti nulla di scientifico sul tavolo. Ti limiti a dire che questo e quell’altro dicono cagate.
    Mi sono perso qualcosa (ho letto velocemente, può darsi), o è in effetti così?

  4. Gent.le Daniele,
    la ringrazio per il suo commento. Ha ragione quando dice che questo articolo non apporta elementi scientifici alla discussione. In effetti il suo intento è di rispondere alle offese, diffamazioni e accuse personali accumulatesi nel corso dell’ultimo anno smascherando la mediocrità e la delirante demagogia di coloro che si ergono a paladini della sperimentazione animale.

    Nello stesso articlo, però, trova il riferimento alla mia lettera scritta in risposta alla provocazione della paziente Caterina Simonsen che riporta, invece, numerosi aspetti scientifici.

    A questa, e già prima di quella lettera, vi sono stati numerosi mie scritti di carattere scientifico in merito alla sperimentazione sugli animali-non-umani.

    Per leggerli basta inserire la parola “SPERIMENTAZIONE” o “SPERIMENTAZIONE ANIMALE” nella barra “CERCA” del mio sito o cercando tra i tag:

    https://robertocazzollagatti.com/tag/sperimentazione/

    https://robertocazzollagatti.com/tag/sperimentazione-animale/

    Può legge anche quelli pubblicati sulla rivista Villaggio Globale o guardare il mio intervento alla Camera dei Deputati:

    Spero di averle fornito informazioni utili per la costruzione del suo pensiero critico in merito all’argomento.

    Cordiali saluti,
    Dott. Roberto Cazzolla Gatti

  5. Buonasera Daniele,

    fa benissimo a cercare la verità e a confrontare le tesi.

    Ma,Le chiedo: Secondo Lei è mai possibile che da sdraiati dal divano di casa nostra nostra con un pc possiamo comunicare con tutto il mondo e che possiamo stampare oggetti grazie alle stampanti 3D,ma che in medicina si debbano usare ancora topi?
    Chi asserisce,sapendo di mentire,che non esistono metodi tecnologicamente avanzati di ricerca di rilevanza umana,dichiara quindi che la medicina a fronte di sovvenzioni pubbliche e raccolte milionarie televisive da decenni è ferma al modello topo?
    Non ha fatto progressi,a loro avviso?
    Per loro dovremmo usare il telegrafo,quindi?

    La verità è che esistono eccome metodi di ricerca tecnologicamente avanzati di rilevanza umana (Le consiglio di ascoltare la conferenza della ricercatrice Candida Nastrucci che ne illustra solo alcuni tra i tanti) e che ovviamente la tecnologia è andata avanti in tutti questi anni.

    Nell’anno 2015 la domanda è una: investiamo su una ricerca a tutela dell’uomo che fornisca risposte specie specifiche sulla specie uomo o continuiamo a creare malattie in specie differenti cercando cure su organismi biologicamente,fisiologicamente,geneticamente,anatomicamente completamente differenti da noi e lavorando su malattie indotte artificialmente?

    Investiamo denaro pubblico sulla costruzione di biobanche di tessuti umani o gabbie per i topi?

    Investiamo denaro pubblico sull’acquisto di bioreattori multicomportamentali modulari o topi transgenici?

    Insomma,investiamo sulla tecnologia di ricerca moderna o su un modello fallimentare che non fornisce dati predittivi per l’uomo?

    Le evidenzio che I Care Italia che le pagina da Lei seguita calunnia in modo vergognoso e senza alcun alcun pudore,nel mese di Settembre 2014 grazie alla raccolta fondi portata avanti da volontari ha realizzato il primo corso in Italia presso l’Università di Genova per addestrare il personale medico sui metodi di ricerca tecnologicamente avanzati di rilevanza umana.

    Qui può vedere la locandina la locandina del corso Ecm: http://www.unige.it/notizie/documents/locandina

    Qualora fosse interessato,può chiedere anche gli atti congressuali.

    Inoltre,ora ha indetto un bando di ricerca rivolto ai ricercatori. Lo riporto qui di seguito:

    I Care Italia – ASSEGNO DI RICERCA SCIENTIFICA

    “Riconversione dalla sperimentazione animale a metodologie specie-specifiche per l’essere umano”

    Bando: https://www.facebook.com/ICareItalia/posts/781949818561933

    Secondo Lei è normale che in un Paese civile siano gli animalisti a raccogliere i soldi da investire sulle tecnologie di ricerca scientifica più avanzate?

    Non dovrebbe essere un preciso dovere dello Stato per tutelare la salute pubblica?

    Non dovrebbe essere un preciso dovere della comunità scientifica battersi per investire i quattrini pubblici e/o privati sulle più avanzate metodologie di ricerca per tutelare la salute umana?

    Non dovrebbero essere le persone delle pagine sopra nominate a raccogliere soldi per investire sulla tecnologia moderna in nome della scienza di cui tanto cianciano tra una calunnia e l’altra?

    In Italia,invece,sono le associazioni animaliste che stanno raccogliendo i soldi investendo il loro tempo privato per portare le più moderne tecnologie di ricerca e che grazie al loro impegno (gratis) stanno dando l’opportunità di organizzare corsi ecm e assegni di ricerca.

    Se per Lei è normale tutto questo,per me no.

  6. Buonasera.
    Premetto che ho letto di Caterina Simosen quel che ho potuto leggere in giro e ascoltare in TV, premetto che io per prima non godo di buona salute (son pi le volte che entro in ospedale che quelle quando sto fuori), ma quel che vorrei sapere è: per le patologie di Caterina, esistono davvero altre alternative che le garantiscano una qualità della vita almeno pari a quella che ha attualmente con cure e farmaci preventivamente sperimentate suglia animali? Perché, ed è qui il punto, laddove esistano, sarebbe produttivo e giusto farlo notare e diffondere tali studi o ricerche.
    Ad esempio, a me è stato tolto l’intero colon e un pezzo di tenue (ma a quanto pare non sarà sufficiente). Dopo l’intervento sono stato sommerso di antibiotici, morfina e antidolorifici, tutti farmaci preventivamente sperimentati sugli animali. La domanda è: avrei ottenuto lo stesso risultato con cure NON sperimentate sugli animali? Lo stesso trattamento dell’infezione? Al posto dell’eparina, cosa avrei dovuto o potuto utilizzare?
    Chiedo scusa per l’eventuale disturbo arrecatovi e vi ringrazio per il tempo dedicatomi.

  7. Gent.mo Sig. Antonio,
    considerata l’importanza delle sue domande e la difficoltà nel riassumere le risposte possibili in poche righe ho preferito dedicare un articolo vero e proprio alla sua gentile lettera.
    Può leggere le mie considerazioni ai suoi interrogativi qui:

    https://robertocazzollagatti.com/2015/01/06/avrei-ottenuto-lo-stesso-risultato-con-cure-non-sperimentate-sugli-animali/

    Non mi disturba affatto e anzi la ringrazio per avermi posto tali interessanti quesiti che sono stati per me spunti di riflessione.

    Le auguro serenità,
    dott. Roberto Cazzolla Gatti

  8. Riporto le dichiarazioni di Silvio Garattini che demoliscono il modello animale.
    Perché dopo tali dichiarazioni difende il modello animale?

    ”È evidente che i risultati negli animali dipendono tanto dal set selezionato di condizioni sperimentali da rendere impossibile ogni estrapolazione significativa per l’uomo […] Diverse specie animali dispongono dei prodotti chimici in modi diversi […] uguali concentrazioni di sostanze chimiche (o dei loro metaboliti) non significano effetti uguali tra specie animali, poiché la sensibilità di organi, cellule, enzimi, o recettori, può essere differente in differenti specie […] l’estrapolazione dei dati tossicologici dagli animali all’uomo non può basarsi esclusivamente sulla realizzazione di un numero, per quanto grande, di esami di routine […] Dosi simili possono produrre differenti concentrazioni in diverse specie animali o anche nelle stesse specie animali in diverse condizioni sperimentali […] Non c’è una sola specie animale che ricorda un’altra […] La formazione di metaboliti può essere molto differente in differenti cellule della stessa specie animale […] Cinetica e metabolismo di sostanze chimiche possono essere molto diversi in varie specie animali ed in varie condizioni sperimentali anche nelle stesse specie animali. Se questo crea problemi nell’estrapolazione dei dati tossicologici dagli animali all’uomo, ancora maggiori difficoltà derivano dalle differenze tra le specie animali per quanto riguarda il target biologico. La possibilità delle sostanze chimiche o dei loro metaboliti di esprimere la loro tossicità dipende dalla loro presenza in un dato tessuto, ma anche da livelli e caratteristiche del target, che può essere un enzima, un recettore, un meccanismo di trasporto etc. […] Se fosse possibile determinare la concentrazione di una sostanza chimica (e dei suoi metaboliti attivi) negli animali e nell’uomo nel tessuto bersaglio per un certo effetto tossicologico, si potrebbe dire che le pari concentrazioni determinano effetti tossicologici uguali? PURTROPPO LA RISPOSTA E’ NO, perché in diversi casi uguali concentrazioni di sostanze chimiche suscitano effetti molto diversi in varie specie, ceppi o anche individui della stessa specie […] Non ci può essere alcun dubbio che il processo di estrapolare dati dagli animali all’uomo è molto complesso. Tanti fattori influiscono su cinetica, metabolismo, e componenti del tessuto necessari per suscitare effetti tossici che diventa difficile decidere anche quale set di dati sugli animali potrà essere selezionato per il confronto con i sottogruppi di soggetti umani […] Ci sono prove che il metabolismo è quantitativamente e/o qualitativamente diverso in diverse specie animali.” [2]

    http://realscience.altervista.org/silvio-garattini-ipse-dixit/

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