Ricongiungersi alla natura è più facile di quello che sembra. Soprattutto quando è la natura ad avvicinarsi agli uomini. Maggio e Giugno, si sa, sono i mesi dell’esplosione vitale degli esseri viventi. Gli alberi ricominciano ad attuare la fotosintesi, invogliati dai tiepidi raggi di sole che colpiscono le giovani foglie all’alba.
I fiori danno vita ad un intreccio effusivo di colori, segnando il paesaggio con tinte e geometrie che difficilmente si possono ammirare in altri periodi dell’anno.
Molti mammiferi svernano dal lungo letargo che li ha visti assopiti e inermi in attesa del ritorno del grande caldo.
Gli uccelli, tornati dalle calde zone africane, scrutano la costa mediterranea alla ricerca di luoghi favorevoli per nidificare. Di tanto in tanto si addentrano nell’entroterra alla ricerca di cibo, per poi tornare al nido dove numerose bocche, anzi becchi, attendono smaniosi.
Scene di incontaminata bellezza scorrono sulla pellicola della primavera, restituendo alla gente la fantastica sensazione di appartenenza a tutto ciò che la natura crea. Vivendo nelle zone meridionali dell’Italia, la possibilità di assistere alla rinascita della terra è certamente notevole. Spesso non ci si accorge di quello che accade sotto i nostri occhi, così da ignorare d’impulso la magnificenza del mondo. Eppure basterebbe prestare un minimo di attenzione per accorgersi, magari, che una cicogna dalla livrea bianca e nera, quella ammirata solo nei cartoni o nei documentari, ha fatto capolino in un campo incolto del tuo paese.
E così, Gioia del Colle, si sveglia una tiepida mattina annoverando tra i suoi abitanti un’insolita apparizione. Su di un campo di fieno nei pressi del parco archeologico di Monte Sannace, volava con una soave armonia, tale da apparire un angelo, una cicogna bianca (ciconia alba) adulta. In molti ora si chiederanno quale sia la straordinarietà dell’evento. Ebbene è da anni che in Italia la popolazione di cicogne è ridotta al minimo (100 esemplari in tutta Italia nel 1999) a causa dell’uomo e del suo sfruttamento indisciplinato dell’ambiente in cui vive. Utilizzo improprio di diserbanti, veleni per topi, inquinamento delle acque e atmosferico, hanno costretto molti esemplari ad allontanarsi dalla penisola italiana per trasferirsi in zone dove le condizioni di vita sono migliori. Ecco, quindi, che l’insolita visita di una cicogna è accolta dagli ambientalisti come un grande evento.
La cicogna che ha fatto visita alla collina peuceta, probabilmente un esemplare di sesso maschile, volava alla ricerca di cibo, piccoli mammiferi o insetti, scandagliando il terreno sottostante con le zampe distese e il lungo becco arancione proteso in avanti. La sua visita, però, è stata fugace. Povera cicogna, forse si aspettava di trovare un’accoglienza migliore. Molti gioiesi erano al corrente della sua venuta ma pochi ne erano interessati, a dimostrazione dell’assopimento ecologico della cittadina.
Eppure non capita tutti i giorni di trovarsi davanti ad un esemplare in grave pericolo di estinzione.
Ma cara cicogna, non disperare, il tuo avvento è stato di presagio, come una colomba bianca portatrice di pace, tu hai sostato per un po’ in queste terre per ricordare a chi vi abita che l’armonia con la natura e il rispetto della la vita sono la vera essenza dell’uomo.
Spesso dalla natura ci arrivano effimeri segni, richiami atti a farci riappropriare dell’idea che facciamo parte di un tutto e, come la terra ha bisogno dell’uomo, anche l’uomo ha bisogno della terra e di tutto ciò che la compone.
Pubblicato su La Piazza di Luglio/Agosto 2002