Causano danni alla salute di chi li utilizza spesso
Luigi XIV in parte aveva ragione inneggiando ai “profumi naturali”. Secondo una recente indagine l’utilizzo di alcuni profumi sarebbe nocivo per l’organismo. Praticamente tutti i profumi testati contengono ftalati e muschi sintetici: livelli molto elevati di dietil ftalato (DEP) sono stati trovati in “Eternity” di Calvin Klein per donne (22.299 mg/kg, cioè 2,2% del peso totale) e in “Le Mâle” di Jean Paul Gaultier (9.884 mg/kg, appena al di sotto dell’1% in peso). Invece, “Vanderbilt” di Gloria Vanderbilt non contiene nessun livello riscontrabile degli ftalati testati. Alte concentrazioni di nitromuschi e muschi policiclici sono stati riscontrati in “Le Baiser Du Dragon” di Cartier (45.048 mg/kg, o 4,5% in peso) e “Muschio bianco” del Body Shop (94.069 mg/kg, o 9,4% del peso totale). I livelli più bassi, invece, sono emersi in “Puma Jamaica Man ” della Puma (0,1 mg/kg). Studi scientifici hanno mostrato che il DEP penetra rapidamente nell’epidermide, entrando nell’organismo dopo ogni esposizione: il corpo lo converte subito in monoetil ftalato (MEP), che è sospettato di possibili effetti sul DNA dello sperma e di contribuire a diminuire le funzioni polmonari negli uomini. I muschi sintetici si concentrano nei tessuti degli organismi viventi: alcuni possono interferire con il sistema di comunicazione ormonale di pesci, anfibi e mammiferi ed amplificare l’effetto dell’esposizione ad altre sostanze tossiche. La presenza di queste sostanze raramente compare sulle confezioni dei profumi e degli altri articoli di consumo che li contengono, dunque il consumatore non può decidere di evitarli. Per questo, attenti, perché il fascino profuso attraverso un buon profumo potrebbe tramutarsi di colpo in un danno irreversibile per l’audace dongiovanni.
Pubblicato su Controcorrente di Gennaio/Febbraio 2006