Le cattive abitudini estive degli italiani

L’estate più calda degli ultimi anni ha fatto capolino nelle case degli italiani, ammantando quelle piccole attenzioni che bene o male ognuno possiede, di completo menefreghismo ed inciviltà. Forse per il troppo sole o per il libertino costume da bagno, sinonimo inappropriato di vandalismo, l’italiano medio smarrisce il buon senso mentre sale la febbre da vacanza. Si inizia subito con una buona dose di barbarie e così può capitare, inavvertitamente, di dimenticare il proprio cane, con il quale si è condiviso tutto, sulla terza corsia autostradale, legato ad un guardrail con l’asfalto a cinquanta gradi. Ma d’altronde a chi non è capitato? C’è gente che neanche immagina lo stress causato dall’aver rinunciato ad una vacanza per un cane! Ora con un quadrupede in meno tra i piedi, è tempo di mare, sole e… spiagge. Peccato che ogni volta ci si dimentichi qualcosa sulla sabbia. Mai oggetti di valore, sempre e solo: carte di gelato, bastoncini di legno, cicche di sigaretta, a volte persino pannolini. E’ ora di pranzo e cosa c’è di meglio di una mangiata in compagnia in pineta? Sarà la sindrome del segnaterritorio a far scambiare, a pranzo finito, dopo aver sparecchiato per terra, l’albero per il cestino! Che sarà mai una bottiglia di vetro in più, tra le tante sparse qua e là? E poi non dicevano che il vetro lo fanno dalla sabbia? Vorrà dire che tornerà ad essere sabbia!
L’ideale, nelle prime ore del pomeriggio, è fare un bel bagno rinfrescante. Se capita, sventrare qualche fondale o tagliare, come dolce dono per la fanciulla sulla battigia, pezzi di corallo dallo scoglio. Intanto un papà sogghigna alla bella pensata del figlio di sciogliere una povera medusa sulla sabbia e portarsi a casa un granchio nel secchiello, come souvenir. Ma può rimproverare ad un bambino di aver voluto solo giocare, quando lui ha buttato accidentalmente la sigaretta accesa dal finestrino proprio nel bosco dalle foglie caduche radendo al suolo, con un solo gesto, trenta ettari di vegetazione? E infine tutti a casa dopo una giornata faticosa, a farsi una doccia chilometrica mentre un terzo dell’Africa muore assetata! Ma c’è qualcuno che pensa agli africani? L’unica certezza è che domani sarà un altro giorno da passare sulla stessa spiaggia, sullo stesso mare, sicuramente identico al precedente e con gli stessi comportamenti. Ma tu, se ritieni di non ti riconoscerti in questi cittadini “modello”, come ti comporterai?

Pubblicato su La Piazza di Luglio/Agosto 2003