La sfida è stata lanciata, ora tocca ai comuni del barese coglierla. L’Assessorato regionale all’Ambiente ha patrocinato, durante una preconferenza svoltasi il 21 aprile, il progetto Parco di Lama San Giorgio e Lama Giotta, alle porte di Bari. L’area protetta si estenderà per quattromila ettari fra Gioia e Bari, lambendo i comuni di Sammichele, Casamassima, Noicattaro, Rutigliano e Triggiano. Si tratta di una delle aree più estese del territorio pugliese, alla quale saranno posti vincoli paesaggistici e ambientali, e che potrebbe diventare un notevole polo turistico per una terra alla ricerca di attrattive. Tutta la zona individuata, inclusi i centri abitati, anch’essi facenti parte del parco, sarà sottoposta al divieto assoluto di caccia, di realizzazione di strade, di modifica del territorio e di cava. Una grande vittoria in termini di salvaguardia del territorio, per la quale gli ambientalisti possono ritenersi soddisfatti considerando, inoltre, che Gioia ha proposto di includere nell’area protetta anche la zona di Monte Rotondo e Monte Sannace. Ma la soddisfazione è solo parziale, in quanto l’Assessore De Palma ci ha dichiarato che la cava (la futura discarica di tipo B2) non rientrerà nel perimetro del parco ed i vincoli non fermeranno l’Ecopolis.
Assessore De Palma, come mai è stato inviato lei, con delega allo Sport ed al Turismo, ad una conferenza con tema ambientale?
Ho ricevuto una tacita delega da parte del Sindaco per quanto riguarda le questioni ambientali. Quando il sindaco è impossibilitato partecipo io alle conferenze.
Che cosa prevede il progetto e quali incentivi riceverà grazie ad esso il Comune?
La definizione di un’area protetta, sottoposta ad una serie di vincoli, che si divide in due fasce: la fascia A che comprende le lame vere e proprie e la fascia B definita come area di rispetto, anch’essa sottoposta a vincolo. Gioia rientra nella fascia B, in quanto la regione ha individuato in Monte Sannace e Monte Rotondo paesaggi, flora e fauna che andrebbero protetti. L’ultima decisione spetta alla giunta che dovrebbe esprimersi entro un anno. Non sono previsti incentivi ma il Comune potrà ricevere introiti dai vari POR ( i Comuni aderenti al protocollo della prov. di Bari inseriti nel progetto Parco riceveranno una maggiorazione del 2% sui fondi messi a disposizione dalla Regione, ndr).
Come mai l’Amministrazione gioiese ha cambiato così radicalmente posizione sulla questione discarica?
Noi non siamo pro o contro la discarica. Vogliamo solamente essere coerenti con tutto quello che l’Amministrazione ha fatto sin dal 1998. Dalla zona di Monte Rotondo, se rientrerà nell’area protetta, sarà esclusa l’area deturpata della cava. I tecnici nelle conferenze hanno valutato la possibilità che quella cava possa essere in futuro adibita a discarica. Noi abbiamo fornito alla Regione tutti gli atti riguardanti e se ci fosse il ripristino dei luoghi, anche la cava potrebbe rientrare nell’area protetta. Abbiamo voluto includere anche Monte Rotondo per porre una serie di condizioni affinché il controllo sull’eventuale discarica fosse più preciso e noi potremmo benissimo sapere cosa viene messo all’interno. Questo deve essere un motivo di serenità per la cittadinanza.
Non crede che sia incoerente creare un parco naturale nel quale è inserita una discarica?
Io posso assicurare che tutto ciò che sta per essere fatto durerà nei decenni. Il riempimento della cava invece, durerà al massimo dieci anni. L’Ecopolis si è detta disponibile a stabilire, insieme all’Amministrazione comunale, i rifiuti da eliminare a discrezione del Comune di Gioia del Colle. Vi saranno innumerevoli controlli. Io parlo dal punto di vista dell’amministratore e prendo atto oggi, 22 aprile 2003, che la discarica si deve fare. Quindi io ho il dovere di far sì che non accada nulla di pericoloso per l’ambiente e per le persone e, per questo, mi attivo affinché le cose vadano al meglio.
Che rifiuti saranno gettati nella cava e chi ci assicura che non risultino pericolosi o che non vengano scaricati abusivamente?
Sono disposto a mettermi in discussione come uomo, come politico, se la discarica risultasse pericolosa o in qualche modo dannosa per l’ambiente. Che effetti potrebbero avere un pezzo di legno ed uno di ceramica combinati insieme?
Perché l’Amministrazione non ha mai preso in considerazione l’idea di lasciare immutata quell’area ormai deturpata, di cui la natura si sta lentamente riappropriando?
Io rispetto il WWF e quello che sta facendo per questa causa. Ma credo che se ognuno agisce senza inserire i problemi in un contesto naturale, politico, amministrativo, sociale le azioni rimangono fini a se stesse. Le associazioni ambientaliste devono considerare le esigenze dell’Amministrazione comunale e bisogna senza dubbio cogliere le opportunità. Considerando tutte le verità, amministrative, politiche, etc. il WWF valuta quali possono essere i risvolti positivi se un’azione di reale controllo viene attuata? Se il male ci è capitato perché cerchiamo…
E’ proprio questo il punto, il male non ci è capitato, è l’Amministrazione che se l’è cercato. Il Comune aveva ed ha possibilità di scelta?
Nel 1998 il Comune all’unanimità ha votato a favore della discarica e quindi ora si prende atto di quello che è accaduto. In questa fase ci sono altre opportunità da cogliere ed ho firmato per far rientrare anche Monte Rotondo nell’area protetta, affinché anche l’Ente Parco possa controllare sull’operato della discarica. Dico in tutta sincerità che se non realizziamo una discarica di tipo B2, in futuro potrebbe essere indicata la zona come luogo per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Perché, invece, non viene fatta una campagna di sensibilizzazione alla raccolta differenziata? Dove andremo a scaricare le nostre buste di plastica? Se oggi torniamo indietro, qualcuno dall’alto ci ordinerà di agire senza possibilità di appello. Sono disposto a collaborare con le associazioni serie (non con i comitati che propongono di spostare la discarica in un altro luogo, non ha senso) per considerare le problematiche che ruotano intorno alla questione.
Per quanto riguarda Monte Rotondo, il Comune può opporsi alla realizzazione di una discarica?
Ma il Comune non vuole opporsi alla realizzazione di una discarica e né in futuro si opporrà. Non saprei dire cosa accadrebbe se il Comune volesse opporsi. Attualmente si sono consolidati dei diritti. Perché il Comune deve prendersi la responsabilità di contrastare le decisioni prese? La cava, probabilmente, sarebbe stata comunque individuata come sito di discarica da Fitto. Questa Amministrazione quasi nella sua totalità non vuole opporsi e cambiare niente di ciò che è stato fatto. Bisogna porre in essere delle decisioni prese negli anni scorsi.
Se dovesse parlare da uomo, da cittadino di Gioia del Colle, cosa direbbe della mancata opposizione dell’Amministrazione gioiese nel ’98 ed oggi al progetto discarica e del dissenso manifestato dalla cittadinanza?
Perché mi rivolge questa domanda?! Sono convinto di un fatto, la considero una mia filosofia: ogni individuo porta nei ruoli che nella vita svolge ciò che è. Quando si dice che la politica cammina sulle gambe degli uomini è proprio così. Tutto quello che io faccio, così come quello che fanno i miei colleghi, è in funzione della propria storia personale, in relazione a quella scala di valori che ognuno si pone; credo soprattutto nel valore della solidarietà, in tutti i campi da quella umana a quella politica. Non si può pretendere tutto a proprio vantaggio e credo che ogni individuo sia in relazione con gli altri… siamo in ventisettemila e non si può fare un censimento per ogni decisione presa dall’Amministrazione…Io non mi sento depositario della verità, in quanto essere umano inserito in un contesto sociale.
Sembra insomma, almeno a detta dell’Assessore (del quale sottolineo la grande disponibilità e cordialità), che il Comune non voglia opporsi alla realizzazione della discarica e l’idea lanciata dal WWF di lasciare la cava così com’è, poiché una discarica andrebbe nuovamente a distruggere un ecosistema (falchi, poiane, corvi sono tornati a nidificare negli anfratti di roccia insieme a piccoli mammiferi, anfibi, insetti e le pareti si stanno rinverdendo) che pian piano si sta riappropriando di una terra che gli è stata sottratta illegalmente, non è stata neppure considerata. La vittoria (pregevole l’istituzione di un parco che tuteli i nostri territori) è, per quanto riguarda Gioia, del tutto apparente. L’Amministrazione sembra aver strumentalizzato il progetto, per ingraziarsi nuovamente il consenso della cittadinanza, assicurando un falso controllo da parte delle autorità del parco, che non avrebbero alcun diritto di sindacare sull’operato dei “discarichisti” e mettendo a serio rischio la straordinaria varietà biologica, di uno dei luoghi più caratteristici di Gioia, qual è Monte Rotondo. Perché i pezzi di ceramica e di legno non vengono riciclati e riutilizzati? E poi non si tratta solo di legno e di ceramica, bensì di residui del petrolio, scarti farmaceutici, cromo, mercurio, solventi, rifiuti chimici, pesticidi, amianto ecc.. Inoltre con questa filosofia politica, non si concretizza altro che il regresso delle pratiche di riciclaggio e riutilizzo dei materiali, aggirando soltanto un problema che, invece, bisognerebbe contrastare. Congratulandomi per l’adesione di Gioia al progetto d’istituzione dell’area protetta, considero insensato e premeditato lasciar fuori la cava. In quel luogo la discarica non va fatta.
Pubblicato su La Piazza di Maggio/Giugno 2003