Il “CODEX ALIMENTARIUS riguarda la sicurezza, la qualità del cibo per tutti, ovunque” è quanto si legge sul sito ufficiale realizzato in collaborazione dall’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di alimentazione e agricoltura, la FAO e l’organizzazione mondiale della sanità, OMS. In estrema sintesi, il Codex Alimentarius, elaborato dalla Codex Alimentarius Commission nel 1963 dalla FAO e dall’OMS, è un insieme di regole e di normative atte, secondo le sue finalità, a tutelare la salute dei consumatori e assicurare la trasparenza nel commercio internazionale. La Commissione è un organo intergovernativo costituito dai governi di 185 Paesi più la Comunità Europea e si riunisce una volta all’anno per rivedere e aggiornare il Codex Alimentarius Procedural Manual. Tra i principali scopi del regolamento vengono elencati l’adozione di nuovi standard sui livelli massimi consentiti per diversi contaminanti, per gli additivi alimentari e la quantità massima consentita di residui chimici. Se questo fosse tutto, ci sarebbe da stare tranquilli ed esser grati a FAO e OMS per l’impegno nella tutela della salute dei popoli della Terra. E, invece, non è tutto oro quello che luccica. Proprio come scritto nell’introduzione del Codex: “Il commercio alimentare internazionale esiste da migliaia di anni, ma fino a non molto tempo fa il cibo è stato principalmente prodotto, venduto e consumato localmente. Nel corso dell’ultimo secolo la quantità di cibo oggetto di scambi internazionali è cresciuta in modo esponenziale e una varietà di cibo come mai prima d’ora viaggia per il mondo attualmente. Le norme e gli standard del CODEX ALIMENTARIUS contribuiscono alla sicurezza, alla qualità e alla correttezza del commercio internazionale di prodotti alimentari. I consumatori possono fidarsi della sicurezza e qualità dei prodotti che acquistano e gli importatori possono confidare nel fatto che il cibo che hanno ordinato sarà conforme alle loro specifiche”. L’ultima versione aggiornata è entrata in vigore il 31 dicembre del 2009 e, nonostante le millantate promesse, potrebbe costituire il più importante fattore di distruzione delle economie e dell’agricoltura locale e compromettere notevolmente la salute di circa il 97% degli esseri umani appartenenti agli Stati che fanno parte della commissione. Lo scopo reale è mettere fuori legge ogni metodo alternativo nel campo della salute (terapie basate sui cibi organici, uso di integratori alimentari, assunzione di vitamine) e di tutte quelle pratiche che potrebbe diventare potenziali concorrenti dell’industria chimico-farmaceutica. La stessa FAO nel suo documento ammette che: “le preoccupazioni del pubblico sui problemi di sicurezza alimentare stanno spesso ponendo il Codex al centro di dibattiti internazionali. Biotecnologia, pesticidi, additivi alimentari e contaminanti sono alcune delle questioni discusse nelle riunioni del Codex. La norme del Codex sono basate sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili fornite da organismi di valutazione indipendenti internazionali sui rischi o da consultazioni ad hoc organizzate dalla FAO e dall’OMS”. Questa ammissione, però, non serve a dissipare le perplessità che riguardano la regolamentazione delle Nazioni Unite. Le commissione già dai suoi albori nasconde scheletri negli armadi. Nasce, infatti, da una collaborazione tra il magnate Rockfeller e l’IGFarben. L’IGFarben, multinazionale farmaceutica, stando alle documentazioni della Germania nazista dal 1932 fornì ad Hitler un finanziamento di 400.000 marchi tedeschi grazie al quale poté essere finanziato il secondo conflitto mondiale. Nel 1941 la stessa azienda costruì ad Auschwitz la più grande industria chimica del mondo sfruttando la manodopera dei campi di concentramento. La conferma delle attività dell’azienda avvenne durante il processo di Noriberga, quando i responsabili della IGFarben furono dichiarati colpevoli di genocidio, di schiavitù e altri crimini di guerra. Nel 1952, dopo un anno dalla condanna, tutti i responsabili furono prosciolti grazie all’intervento di Nelsen Rockfeller (l’allora ministro degli affari esteri USA) e poterono infiltrarono nel tessuto economico tedesco. Il gruppo consociato nazista collegato a Rockfeller ha messo in piedi il più grande gruppo farmaceutico del pianeta. Inoltre, negli anni 70 il consiglio direttivo della società BASF, BAYER e HOECHST era composto quasi interamente da membri del partito nazista tedesco che, già a partire dal 1959, finanziavano il giovane Cancelliere in carica, Helmut Kohl. L’alleanza tra Rockfeller e l’IGFarben si è così diffusa con il nome di “Associazione per l’industria chimica” e nel 1955 è stata inclusa nel CODEX ALIMENTARIUS, i cui principali obiettivi secondo diverse fonti riguardano la soppressione delle innovazioni scientifiche realizzate da soggetti ed enti indipendenti utilizzando ogni mezzo per mantenere il monopolio sul mercato farmaceutico e chimico della ricerca contro il cancro, l’AIDS, le malattie cardiovascolari, ecc. Come dichiarato dalla FAO e dall’OMS: “Pur essendo raccomandazioni per l’applicazione volontaria da parte dei membri, le norme Codex servono in molti casi, come base per la legislazione nazionale”. Questo significa che i 185 paesi firmatari devono adempiere in qualche modo all’integrazione di queste norme all’interno della legge del proprio Stato. Inoltre, gli standard di sicurezza alimentare individuate dalla FAO-OMS in accordo con l’Organizzazioni del mondiale del commercio (OMC) “sulle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS)”, stabiliscono il ruolo del Codex per la risoluzione delle controversie commerciali. I membri dell’OMC che desiderano applicare misure più severe di sicurezza alimentare rispetto a quelli previsti dal Codex sono tenuti a giustificare queste misure scientificamente. In altre parole, per restrizioni su pesticidi e composti chimici, su metalli pesanti presenti nei cibi o contaminanti, i limiti superiori a quelli imposti dal Codex possono essere adottati su base scientifica, ma sarà il documento a stabilire quelli inferiori per tutti gli stati aderenti globalizzando così scelte come il divieto di coltivazione degli Organismi Geneticamente Modificati nel proprio territorio nazionale o la messa al bando di alcuni pesticidi (come avvenuto da poco con i neonicotinoidi nella UE). Molti partiti e politici sono stati finanziati dalla grande consociazione di magnati e multinazionali tedesche confluita nella commissione del Codex Alimentarius per assicurare una legislazione favorevole all’industria farmaceutica. In questo modo è stato semplice influenzare i legislatori, condizionare gli organismi di controllo, manipolare le ricerche in campo medico ed educativo. Negli anni ’60, ad esempio, le industrie farmaceutiche hanno donato circa 8 milioni di dollari all’università di Harvard, 8 milioni di dollari a Yale, 10 milioni di dollari alla Jonh Hopkins, 1 milione di dollari a Standford, 1,7 milioni di dollari alla Columbia di New York. L’informazione farmaceutica dei medici viene così interamente finanziata dalle grandi case, che nascondono attentamente i numerosi effetti collaterali e dannosi (a volte persino mortali) dei farmaci. Tra i primi effetti della regolamentazione FAO-OMS, il 13 marzo 2002 il Parlamento Europeo ha adottato norme in favore dell’industria farmaceutica seguendo le disposizioni fissate del Codex Alimentarius. La legislazione è finalizzate a elaborare una serie di divieti per tutte le terapie naturali e gli integratori alimentari. Nonostante le 438 milioni di firme per la petizione inviata al Parlamento Europeo, le direttive del Codex sono state adottate. I membri del Codex coprono il 99% della popolazione mondiale. Sempre più Paesi in via di sviluppo stanno prendendo parte attiva nel processo di aggiornamento del Codex – in molti casi assistiti dal Fondo fiduciario del Codex, che si interessa di finanziare i partecipanti provenienti da tali paesi e consentire la partecipazione efficiente. Tutto questo al tacito scopo di garantire la presenza proprio di quei paesi in cui il nascente mercato alimentare, chimico e farmaceutico può essere facilmente manipolato e imbrigliato in assurde regole che danneggiano i piccoli agricoltori e l’economia di scambio locale. Essere un membro attivo del Codex aiuta i paesi a competere sui mercati mondiali sempre più sofisticati . “Allo stesso tempo, gli esportatori sanno cosa chiedono gli importatori e gli importatori sono protetti dalle partite scadenti” recitano FAO e OMS, ma si tratta solo di un velo per nascondere la realtà dei fatti. Gli obiettivi di facilitazione del disastroso mercato libero alimentare, costretto da regole e imposizioni. Anche le Organizzazioni governative e non governative internazionali possono diventare osservatori Codex accreditati per fornire informazioni specifiche, consulenza e assistenza alla Commissione. In questo modo, con il benestare dell’industria della solidarietà diventa più semplice imporre il dominio del mercato occidentale nei Paesi in via di sviluppo. Il dott. Rath Matthias, specialista tedesco per l’uso di trattamenti medici naturali, nel 2003 ha consegnato alla Corte Internazionale di Giustizia un atto di accusa per crimini contro l’umanità. Il Dott. Matthias ha dichiarato: “Il vero scopo dell’industria farmaceutica mondiale è di guadagnare soldi grazie alle malattie croniche e di non preoccuparsi di prevenire o sradicare queste malattie. L’industria farmaceutica ha un interesse finanziario finalizzato alla diffusione di queste malattie, per assicurarsi il mantenimento o addirittura l’aumento dei prezzi dei medicinali. Per questo motivo i farmaci sono fatti per eliminare i sintomi e non per trattare le vere cause delle malattie. Le compagnie farmaceutiche sono responsabili di un genocidio permanente e diffuso, poichè uccidono in questo modo milioni di persone”. La FAO e l’OMS dichiarano ufficialmente che fin dalla sua nascita nel 1963, il sistema di Codex si è evoluto in modo aperto, trasparente e globale per affrontare le sfide emergenti. Il commercio internazionale di prodotti alimentari vale circa 200 miliardi di dollari all’anno, con miliardi di tonnellate di alimenti prodotti, commercializzati e trasportati”, ma le norme del Codex attiver dal 2005, e rafforzate nel 2009, mirano soprattuto a eliminare ogni supplemento alimentare naturale che viene sostituito da 28 prodotti di sintesi disponibili solo in farmacia: tutto ciò che non è nella lista del Codex è considerato illegale; vietare progressivamente le medicine naturiste, come l’agopuntura la medicina energetica, ayurvedica, tibetana ecc.; regolamentare l’agricoltura e l’allevamento di animali attraverso i comitati dall’industria chimico-farmaceutica che vieta di base l’agricoltura biologica. Tutto ciò, ad esempio, porterà ogni mucca da latte a essere trattata con l’ormone bovino della crescita (ricombinato geneticamente) prodotto dalla Monsanto (uno dei principali finanziatori della FAO, insieme al colosso agricolo Cargill) o a trattare gli animali utilizzati a fini nutrizionali con antibiotici e ormoni. Le regole del Codex, che sono tutt’altro che stringenti su determinate problematiche, consentono di evitare l’obbligo di etichettatura degli alimenti contenti. Addirittura nel 2001 il Codex Alimentaris ha reintegrato 7 delle 12 sostanze chimiche (note per essere causa di tumori) vietate unanimemente da 176 nazioni. I tentativi dell’organizzazione mondiale per l’agricoltura e il cibo di condizionare il mercato libero in favore di una globalizzazione che faceva solo gola alle grandi multinazionali e ai Paesi occidentali aveva già mostrato la sua fallacia nel documento Word Agricolture: Toward 2000 del 1987. Le politiche e le strategie per alimentare una popolazione crescente delineate in questo rapporto, duramente criticato dall’ecologo ed ecologista Edward Goldsmith e bollato come “pieno di contraddizioni, mezze verità e assurdità”, avrebbe inevitabilmente portato a un ulteriore indebitamento, impoverimento, fame e degrado ambientale nel Terzo Mondo. Disastri che a distanza di 25 anni sono sotto gli occhi di tutti. Proposte come considerare le piantagioni su scala industriale quali surrogati delle foreste, indurre la coltivazione nelle aree forestate tropicali, espandere la coltivazione in territorio come i deserti e le aree aride con enorme dispendio idrico e incentivare l’intensità di coltivazione con l’utilizzo di pesticidi e concimi chimici non hanno nulla a che fare con un’agricoltura sostenibile. Non sfamano più bocche e, anzi, mietono più vittime di quante fingono di salvarne, oltre a devastare irrimediabilmente gli ecosistemi del pianeta. Tutto questo, però, non è bastato e ora le organizzazioni mondiali, che più di occuparsi del benessere dell’umanità e dell’ambiente, si interessano del portafoglio dei propri finanziatori multinazionali, sono tornate alla carica con il Codex Alimentarius. La UE ha fatto presto a raccogliere i semi avvelenati dispersi attraverso il Codex da FAO e OMS. Infatti, all’indomani di una sentenza della Corte Europea, che già nel 2012 prevedeva il divieto di vendere sementi non iscritte allo specifico albo certificato dell’Unione Europea, è stato proposto il “riordino” della materia, attraverso l’Agenzia delle Varietà Vegetali Europee, cui anche i piccoli produttori dovrebbero sottoporsi, per poter commercializzare i prodotti del loro orto. Come ha affermato Vandana Shiva, fisica e ambientalista indiana, “sottoporre anche i semi alla logica industriale è un pericolo per l’umanità. La diversificazione è stata la strategia di innovazione agricola più diffusa e di successo negli ultimi 10.000 anni. Essa aumenta la scelta tra diverse opzioni e le probabilità di adattarsi con successo ai cambiamenti ambientali e ai bisogni umani”. La direzione verso cui spingono FAO-OMS e UE con i loro codici e regolamenti è, invece, esattamente opposta: monocultura ed erosione genetica. Il peso di queste norme non può essere sostenuto dalle economie locali e dai piccoli produttori, che sono poi anche i custodi degli ecosistemi che sostengono le loro colture. Se non si porrà un freno allo strapotere delle grandi corporazioni e delle multinazionali, la diversità delle sementi, delle colture e degli habitat naturali mondiali sarà seriamente minacciata dall’appiattimento culturale e sociale imposto dal mercato libero globalizzato. Se non fermeremo la monocoltura centralizzata della Terra non potremo arrestare la monocolturalizzazione dell’animo umano, che per esistere ha bisogno di alimentarsi della diversità tramandata dai nonni e di respirare la libertà infusa dalla natura selvaggia.
Roberto Cazzolla Gatti
Biologo ambientale ed evolutivo, Ph.D.
Pubblicato su Villaggio Globale di Settembre 2013
Fonti e approfondimenti: http://www.laleva.org http://ilfattaccio.org http://www.ilcambiamento.it http://it.wikipedia.org/wiki/Codex_Alimentarius http://campagnadisobbedienzaciviledimassa.blogspot.it http://www.breathing.com/articles/codex.htm http://www.codexalimentarius.org/about-codex/en/