La politica della Nutella

L’antitalianità di Ségolèn Royal e l’antiecologia di Agenese Renzi su Nutella e olio di palma

Qualche giorno fa il Ministro dell’Ambiente francese, Ségolène Royal, parlando della deforestazione causata dall’olio di palma durante una trasmissione televisiva, ha menzionato la Nutella come alimento da evitare perché prodotto con il dannoso grasso tropicale. Alla sua affermazione i politici italiani non hanno potuto resistere e si sono lanciati nei gesti e nelle dichiarazioni più folcloristiche. Agnese Renzi, moglie del premier, si è fiondata al padiglione Expo della Nutella per farsi immortalare mentre tracannava una fetta di pane e crema alla nocciola (e all’olio di palma). Il Ministro dell’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, ha invitato tutti a mangiare pane e Nutella come controrisposta alla Royal. Le scuse della politica francese non sono mancate, ma intanto i patron dell’azienda avevano divulgato il loro sdegno difensivo: «Nutella utilizza solo olio di palma sostenibile».
Prendendo spunto da questo recente avvenimento di cronaca «bianca» o di guerra tiepida tra Francia e Italia, proporrò in un prossimo articolo una disamina sulla dialettica ecologica moderna e sulla sua intrinseca illogicità. Userò un approccio logico nell’analizzare l’Enciclica «Laudato si’» pubblicata da Papa Francesco proprio mentre i politici italiani s’ingozzavano di pane e Nutella.
Ciò che infastidisce della frase del ministro francese non è tanto il contenuto, quanto il solito invidioso ostracismo nazionalista nei confronti dell’Italia. La Royal, così attenta alle problematiche ecologiche globali, certamente è al corrente delle responsabilità sociali e ambientali delle francesissime Danone o Nestlè, solo per citarne alcune. Eppure ha scelto come simbolo della distruzione dell’ambiente non le mousse o ibiscotti prodotti dalle aziende francesi, ma la famosa crema italiana.
D’altra parte, la ridicola difesa a spada (anzi, a fetta) tratta dei politici nostrani non è stata di miglior livello. Invece di chiedere trasparenza e responsabilità all’azienda, la first maestra lady e il Ministro di “un certo Ambiente” italiani si son fatti una gran abbuffata di un prodotto che continua a ingannare i consumatori con l’idea che esista un olio di palma sostenibile. Non esiste! E Nutella lo sa bene… da tempo.
Le accuse della Royale non sono infondate, solo espresse a sproposito. Perché se vuoi parlar male di qualcosa inizi a esaminare i tuoi panni sporchi e solo allora può sindacare tra quelli altrui. Ma si sa che i politici parlano a vanvera e, in fin dei conti, a molti interessa solo il gossip e non la sostanza della problematica ambientale.
Peccato che poi, in questo gioco a chi la spara più grossa intervengano anche accademici che, per una ragione o per l’altra, si fanno paladini della difesa delle cause perse. È il caso di Antonella Mori, del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico della Bocconi di Milano che dichiara, intervenendo all’Expo (non a caso proprio nel luogo dell’incoerenza, visto che per ospitare la discussione sulle problematiche alimentari mondiali viene sponsorizzato dalle multinazionali che le fomentano, come Coca-Cola, McDonald’s & co.): «affermare che l’olio di palma è necessariamente incompatibile con la sostenibilità ambientale è fuorviante».
E poi dicono che bisogna finanziare le università private e non quelle pubbliche…

Roberto Cazzolla Gatti, Ph.D.
Associate Professor,
Biodiversity and ecology laboratory,
Biological Institute, Tomsk State University, Russia
Pubblicato si Villaggio Globale del 19 giugno 2015

Un pensiero su “La politica della Nutella

  1. Della signora Renzi non mi meraviglio né mi scandalizzo: dopotutto non ricopre nessuna carica ed è moglie di un “Presidente del Consiglio” marchiato “Coca-Cola”, proprio come la sua agenda. La pugnalata, però, arriva dal ministro Galletti… Mi chiedo se alla base ci sia ignoranza, corruzione o sadismo nei confronti dell’oggetto della sua tutela. Ad essere sincero, nemmeno lui mi sorprende più di tanto: vedi il Ministro Martina, che sta massacrando il settore dell’agricoltura a favore della grande industria e delle solite lobby. Se un ministro dell’agricoltura ha avuto il coraggio di dire in televisione “L’Italia è un paese di trasformatori”, consapevole delle decine di migliaia di agricoltori che non riescono ad andare avanti per le materie prime che vengono dall’estero… Quanto dovremo ancora sopportare?

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