La ricerca geneticamente modificata

 

Lo studio italiano non dimostra l’assenza di danni alla salute causati dagli Ogm

 

Ha fatto molto discutere, nei giorni scorsi, uno studio condotto da ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista «Scientific Reports». Molti quotidiani e telegiornali hanno riportato la notizia con titoloni altisonanti del tipo “la scienza conferma: il mais Ogm non è dannoso per la salute umana”.

Nonostante i fautori dell’impiego di OGM in agricoltura abbiano colto la palla al balzo per sostenere la propria posizione e accusare tutti gli scienziati contrari all’utilizzo di alimenti geneticamente modificati, in applicazione di un principio di precauzione necessario, è fondamentale sottolineare che questo studio non allontana in nessun modo i dubbi riguardanti i danni per la salute umana dovuti all’assunzione di cibo geneticamente modificato. Anzi, diciamolo chiaramente, quella diffusa dalla stampa è una verità geneticamente modificata.

L’articolo, come scrivono gli stessi autori (Elisa Pellegrino, Stefano Bedini, Marco Nuti e Laura Ercoli), è una pura “meta-analisi della letteratura scientifica (dal 1996 al 2016) sulla resa [del mais OGM e non] che estende l’analisi a nuovi parametri come la qualità [nel senso di contenuto in micotossine] della coltura, gli organismi non target a livello di famiglia [tassonomica] (NTOs), gli organismi target (TOs) e la decomposizione della biomassa nel suolo”. In pratica, è stata realizzata una revisione di studi condotti nell’ultimo ventennio su parametri che, però, non riguardavano, né direttamente né indirettamente, la salute umana e che è stata diffusa dalla stampa con il messaggio “gli OGM non fanno male alla salute”.

Nonostante questo studio non abbia valutato alcuna ricerca effettuata sui potenziali danni per la salute umana né sul breve, né sul medio-lungo termine, sia stato condotto non mediante una ricerca di laboratorio ma su una meta-analisi di articoli pubblicati precedentemente non relativi alla salute umana e sia basato su evidenze agro-ambientali solo del mais e non di altre colture, il messaggio che è passato nei giorni scorsi è che gli OGM non fanno male. Un simile messaggio è ingannevole perché questo studio non chiarisce in alcun modo i pericoli degli OGM per l’uomo e per l’ambiente naturale, considerato che analizza gli effetti solo su altri campi agricoli e non sugli ecosistemi limitrofi e sulla perdita di biodiversità. L’unica speculazione riguardante la salute umana è di carattere tossicologico, ma semplicemente riporta – in una breve riga delle conclusioni – che la minor presenza di micotossine rilevata nel mais OGM rappresenterebbe un minor rischio per la salute. Questo, però, non ci dice nulla sul pericolo di sviluppare patologie quali tumori, mutazioni genetiche, malattie cardiovascolari o neurodegenerative, etc. dovuti all’assunzione diretta degli stessi cibi OGM o al maggior impiego di pesticidi, fertilizzanti chimici, etc.

I tentativi di difesa dello studio da parte di alcuni scienziati, i quali hanno sostenuto che poiché da questa revisione degli articoli scientifici è stata rilevata una riduzione delle micotossine, potenzialmente cancerogene per l’uomo e che, pertanto, gli effetti sulla salute umana sono stati considerati, appaiono risibili e frutto di ignoranza o mala fede.

Infatti, come riporta chiaramente la letteratura scientifica e, per sintesi, può essere letto sul sito dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC), è vero che “Esistono alcune muffe che possono davvero essere pericolose: sono formate da colonie di funghi Aspergillus flavus o Aspergillus parasiticus, che si sviluppano soprattutto sui cereali (in particolare sul mais, ma non solo), sui legumi (soia, fagioli), sui semi oleaginosicome le arachidi, sulle spezie, le granaglie e la frutta secca” ma “Gli aspergilli si sviluppano SOLO [maiuscolo e corsivo miei] quando gli alimenti sono conservati a temperature tra i 25 e i 32°C  e con tassi di umidità dell’ambiente oltre l’80%”.

Quindi, non è assolutamente corretto parlare di assenza di danni per la salute umana causati dagli OGM dopo aver constatato una minor presenza di micotossine. Infatti, la presenza di micotossine non riguarda gli OGM nello specifico, ma le modalità di conservazione del cibo, che se corrette non producono tossine pericolose per la salute, sia che si tratti di organismi geneticamente modificati, sia di colture tradizionali o biologiche.

Ciò che, invece, questo studio non prende in considerazione sono tutti gli altri danni poco noti alla scienza dovuti a un’alimentazione basata sugli OGM. La mancanza di studi specifici, che andrebbero condotti sulla salute delle popolazioni di paesi dove da anni si utilizzano colture geneticamente modificate come in America latina o negli USA, non giustifica in alcun modo l’irresponsabile claim giornalistico: “gli OGM non fanno male alla salute”!

Tanto per essere più chiari, gli autori dello studio, come riportato nella metodologia dello stesso (sarebbe bastato che qualche giornalista sensazionalista lo avesse prima letto) dicono di aver, semplicemente, preso in considerazione: “Un database sugli effetti del mais geneticamente modificato sulla resa e qualità delle colture, sugli organismi target e non target (piante, animali, microbi) e sui cicli biogeochimici, costruito esaminando la letteratura sottoposta a revisione tra pari all’interno del database Web di Science. La ricerca bibliografica, che ha coperto il periodo compreso tra novembre 1996 e settembre 2016, mirava a identificare gli articoli che riportavano gli effetti agroambientali del mais geneticamente modificato rispetto a quello non modificato (vicino alla linea isogena) coltivato in condizioni di campo”.

In questa ricerca, quindi, in nessun modo si parla di effetti sulla salute umana e sugli ecosistemi naturali. È molto importante che la stampa non diffonda simili fake news scientifiche che confondono l’opinione pubblica ed enfatizzano “scoperte scientifiche” che non sono assolutamente “scoperte” e non hanno nulla di “scientifico” quando vengono presentate, con simili intenti ingannevoli, ai non addetti ai lavori.

 

Roberto Cazzolla Gatti, Ph.D.

Biologo ambientale ed evolutivo

Professore associato di Ecologia e Biodiversità

Tomsk State University, Russia

 

 Pubblicato su Villaggio Globale Trimestrale Anno XXI – N. 81 di Marzo 2018